sabato 4 febbraio 2012

Continua il viaggio Heartburn...Sound!!!



Oggi parliamo della colonna sonora e del Sound di questo corto.

Un film è bello se, tutti gli elementi che lo compongono stanno bene assieme, ma soprattutto se la colonna sonora rispecchia e ci assiste in tutta la durata del film.
Riuscireste ad immaginare un film horror senza musica? Credo proprio di no.
Heartburn ha una colonna sonora di tutto rispetto, che si fonde perfettamente con tutto il resto, ma non solo, uno esalta l'altro, la colonna sonora di Hearburn la percepiamo come un narratore che da voce al cuore di Alma inizialmente sospetta per indurre lo spettatore a chiedersi, perchè siamo qui? Cosa succede? Poi si fonde diventa “rumore”, sottolineando che tutto quello che stiamo vedendo sta realmente accadendo.
Si interrompe facendosi da parte per dare tutta la scena ad Alma nel culmine della storia.
Ritorna un po' sconclusionata come a darci uno strattone dopo esserci assopiti un attimo durante l'incendio finale.
Infine ci rassicura quando torniamo alla realtà.

Questa colonna sonora è davvero stupefacente ed ha richiesto mesi di lavorazione e di ricerche sonore non da poco, nonché di una registrazione dal vivo di un'orchestra vera, siccome non sono pratico di questo mondo “musicale” lascio a Valerio “progettista musicale” di Heartburn (e tanto altro) l'amaro compito di trasportarvi in questo mondo "magico"...



             Mr.B: Questa collaborazione con le ragazze di Video com'è iniziata?
V: La collaborazione con le ragazze è nata in IED in quanto Heartburn è il nostro progetto di tesi IED di fine corso triennale. Per me è stato uno dei due progetti di tesi, ho lavorato anche ad un altro cortometraggio ispirato al racconto “Il Cuore Rivelatore” di E.A. Poe. Alcune delle ragazze che hanno partecipato al progetto le conoscevo già e con alcune ho già lavorato in passato durante I tre anni in IED.

            Mr.B: Quando progetti un sound ( si può dire così?) c'è qualcosa di importante su cui ti soffermi di più? es, ritmo, ricerca di suoni particolari, melodia, atmosfera musicale, altro.V: Tutti gli elementi che hai elencato sono sicuramente dei tasselli di tutto il puzzle. Quando crei un prodotto sonoro di qualsiasi genere, è giusto avere una “visione dell’insieme”.

            Mr.B: Per Heartburn da dove sei partito?

V: Per Heartburn sono partito sicuramente dalla stesura della colonna sonora. Discutendo con tutte le partecipanti al progetto, siamo arrivati alla conclusione che ciò che ci serviva era una colonna sonora che rappresentasse al meglio l’atmosfera presente in tutto il cortometraggio. Anche se in realtà è difficile dare un punto effettivo di “partenza”: una volta che hai progettato ed hai la “visione di insieme” si tratta molto spesso di un lavoro in parallelo tra sonorizzazione, adattamento della colonna sonora, mixaggio etc…

           Mr.B: L'inizio è un mix tra musica e ricerca di suoni che si fondono con il tema principale di Heartburn, è stato difficile gestire questa parte?

V: La verità è che tutto Heartburn non è stato facile da gestire. Nonostante sia un cortometraggio dalla durata inferiore ai due minuti, credo sia il progetto più “ricco” a cui abbia mai lavorato. Se mostrassi il file di progetto di Heartburn, la prima cosa che salta all’occhio è un muro di suoni tutti posizionati e incasellati come in una partita di Tetris.
          Mr.B: Personalmente (sono un pò fissato) continuo a pensare che ci sia qualcosa di somigliante con Bjork, anche lei spesso, sfrutta suoni comuni per creare la sua musica, ti ci ritrovi in questo ragionamento? ( sia per Heartburn che per la tua musica).

V: Mhh oddio… di Bjork in Heartburn c’è ben poco. L’utilizzo di quelli che vengono definiti suoni concreti per fare musica è qualcosa che ha inizio all’epoca di John Cage, il primo che con le sue stralunate composizioni ha voluto rivoluzionare e smantellare il concetto di Musica. Il caso di Heartburn però non è assolutamente questo. Heartburn ha una colonna sonora tradizionale ed una sonorizzazione dettagliata, la musicalità dell’insieme credo sia data da una sintesi totale del prodotto finale.


           Mr.B: Hai uno stile musicale a cui sei particolarmente fedele, oppure ti piace sperimentare un pò tutto?

V: Dal punto di vista compositivo mi piace sperimentare, quando creo non mi prefiggo alcun paletto di genere. Poi è ovvio che la padronanza o meno di determinati generi è un elemento peculiare di chiunque faccia musica. 
          Mr.B: Sempre per Heartburn...Ti sei ispirato a due musiche molto particolari, lo schiaccianoci di Tchaikovsky e una famosa pubblicità, giusto? come mai hai pensato fossero adatte?
V: I brani da cui ho tratto ispirazione sono “La Danza della Fata Confetto” tratta dalla suite de Lo Schiaccianoci e il brano originale composto da Gianfranco Clerici, Ettore Della Campa, Erick Loi per lo spot di Campari Americano. La scelta è stata fatta in base al mood del cortometraggio dove la situazione di mobilità/immobilità un po’ fantastica e fiabesca è protagonista sia del cortometraggio che dello spot; inoltre, l’atmosfera de Lo Schiaccianoci è sicuramente una delle più evocative mai realizzate a mia opinione.

          Mr.B: Se non sbaglio fai il dj in una discoteca di Milano, puoi dirmi quale e quando possiamo trovarti li?V: Sì certo! Sono dj-resident allo Smoking Kills Club (ex Gasoline Club) alla storica serata milanese del giovedì sera “PopStarz”. Ogni giovedì puoi catapultarti nella tua adolescenza se non addirittura più indietro nel tempo, scatenandoti sui successi pop dagli anni 70/80 fino ai giorni nostri. E’ un viaggio piacevolmente nostalgico dove tra un cocktail e l’altro ti domandi “e questa canzone te la ricordavi?”. Senza tralasciare tutto lo sfarzo e la pazzia dell’animazione e della clientela: un carnevale di drag queen e freaks di ogni genere.


         Mr.B: Nel tuo lavoro conoscerai un sacco di persone, quanto è difficile per te capire cosa vogliono di preciso, dal tuo lavoro? Ti è mai capitato di dover rifare un sound?

V: Sì, il mio lavoro mi sta permettendo di conoscere davvero molte persone (chi più e chi meno) interessanti. “Rifare un sound” vuol dire molte cose: dai remix, alla revisione della parte audio di un cortometraggio e molto altro ancora. La risposta a questa domanda è “sì” comunque :D.

         Mr.B: Recentemente hai fatto il colpaccio...hai vinto un concorso mondiale di Musica, reinventando la suoneria tipica della Nokia, ti ha cambiato un pò questa cosa? nel senso, L'Italia in questo momento non se la vede benissimo per un sacco di motivi, specialmente in campo creativo è quasi a zero, quindi essere scelti, tra tutto il mondo, dev'essere indescrivibile no?V: Innanzitutto, come ho già detto in svariate interviste, l’esperienza della vincita di Nokia è, mi auguro, solo l’inizio. L’Italia creativamente parlando non è per nulla ristagnante, anzi, è decisamente tra i paesi più in attivo, il problema sta in tutto quello che è il sistema economico che gestisce tutto il patrimonio artistico, culturale e creativo italiano. E’ lì che è da cercare (di risolvere) il problema. Il fatto di ricevere un riconoscimento così grande all’estero è sicuramente un’esperienza non indifferente, però, sia per me che per chiunque altro non fa altro che alimentare il desiderio e la volontà di voler espatriare. La vincita mi ha sicuramente messo sotto qualche riflettore e dato un piccolo grado di visibilità ma direi che non ha scombussolato la mia vita a livello radicale! In fondo, ho fatto solo qualcosa che faccio di solito, ovvero creare musica e/o suoni o per un committente (come in questo caso o in altri) o per me stesso e per chi apprezza e segue il mio lavoro. Insomma, Valerio non si è montato la testa e non trova motivo per farlo! :D

         Mr.B: collegandomi alla precedente domanda ti chiedo, come vedi L'italia in questo momento? sempre in tema di "creatività" cosa cambieresti e come lo faresti?V: In base a ciò che ho detto prima, ciò che è da rivedere è tutto il sistema economico correlato alla creatività. La gestione dei diritti d’autore, la S.I.A.E., la distribuzione del materiale creativo… insomma, se si potesse smantellare tutto e ristabilire un po’ di ordine e fare delle effettive valutazioni su come vanno le cose ri-progettando tutta questa struttura ormai arcaica e anacronistica non sarebbe per nulla male. Soprattutto perché gli elementi che urlano al fallimento di tutto questo grosso macchinario non hanno bisogno di spiegazioni.




Siccome il mio blog bene o male vorrebbe parlare di Bambole, ti chiedo un paio di domande veloci:
         Mr.B: Un giocattolo a cui sei particolarmente legato, che vorresti o che hai?

V: Mmmh non saprei. però potrei parlarti del primo ricordo d'infanzia; io in sala da pranzo su una coperta di pile con in mano un giocattolo forse previdenziale: una specie di piccola radio con dei compact disc finti da cui fuoriuscivano delle melodie natalizie o per bambini ogni qual volta inserissi un disco. 
Sarà che quell giocattolo era il simbolo della strada che avrei intrapreso? :D

        Mr.B: Hai una bambola preferita?

V: Ho un pupazzo di Homer Simpson in mutande e maglietta intima preso parecchi anni fa. Apparentemente non è nulla di sensazionale ma è buffo e averlo lì, sulla mensola di fronte al mio letto in qualche modo mi da sicurezza. Sarà che è stato acquistato non nel periodo più sereno della mia infanzia/pre-adolescenza… quindi averlo lì, che mi fissa con quegli occhi a palla e un mezzo sorriso mi ricorda che , nonostante alcuni avvenimenti della mia vita siano stati superati, certe cose sono successe. Volendo è un post-it che ricorda che quell periodo c’è stato: il colore giallo volendo aiuta anche parecchio a rendere l’idea! :D
E poi diciamocelo: a chi non piace Homer Simpson? 


         Mr.B: Se fossi un giocattolo, quale vorresti essere?V: Forse una scatola di Lego. La vita ti da i mattoncini con cui costruire te stesso ma la fantasia, l’occasione e le situazioni ti permettono di assemblarti come preferisci o come ti può esser necessario.


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